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Pei campi, covoni di oaglia

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Armando Bettozzi

 

"Pei campi, covoni di paglia"

 

Pei campi, covoni di paglia, e in terra

del grano tagliato, spuntoni, e piante di piedi

a correrci su, come fachiri…

La pula polverosa, al vento

la trebbiatrice ha sparso,

e il vino è sceso per l’assetate gole.

La sera accoglie e abbraccia

i giochi differenti

di piccoli e di grandi, in un delirio

d’ognun secondo i propri sogni d’aria...

All’ombra del gran noce lì sull’aia

han desinato tutti quanti assieme

a festeggiare e riposar le membra, stanche

e umide, ancora.

Ultimi grugniti, l’asino che raglia,

e l’odore della stalla, di erbe e di respiri

d’umide froge di mucche laboriose,

e mansuete,

e il filtrar di luna in mezzo ai pioppi

e lo scendere dolce

dell’incanto sereno

d’una notte stellata.

Senza parole, senza far rumore

al cielo tutta piena di speranza

sale con il fumo del camino

dell’oca arrosto - premio e tradizione -

la semplice preghiera

fatta di terra, pel domani:

che mai venga a mancare lì sull’aia,

e nelle stalle vitali e odorose,

e per i campi, nel caldo e nell’inverno

quando il sole sale, e quando va a riposo

lasciando una promessa sulle pelli

bruciate

di uomini, di donne, di bambini.

 

Armando Bettozzi

 

 

 

 

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